« Crisi d’Europa. Primi effetti dell’ultimatum dell’Fmi agli europei: qualcosa si muove sul fronte del debito. « Trattamento equilibrato del debito perché la Grecia possa immaginare un avvenire che sia solo rimborso » per la Francia, mentre la Germania rifiuta un « haircut mascherato » ma apre all’allungamento della maturità. Ieri sera Eurogruppo, oggi decide (all’unanimità) il Consiglio: la Commissione propone un prestito-ponte di 7 miliardi su tre mesi, che sarà poi scalato dal montante del terzo piano. Riserve britanniche. Il parlamento francese approva a grande maggioranza l’accordo del 13 luglio, con grande confusione alla sinistra della sinistra. Venerdi’ vota il Bundestag. Voto anche in Spagna […]
La Commissione studia delle garanzie per i paesi non-euro, per esempio utilizzare i proventi degli interessi su obbligazioni sovrane greche (1,85 miliardi di profitti del 2014). I 7 miliardi saranno poi dedotti dal totale del futuro finanziamento del Mes. Anche la Germania, secondo indiscrezioni, avrebbe chiesto del collaterale a garanzia del prestito-ponte, per esempio i fondi strutturali di Atene.
Ben 8 paesi voteranno sull’accordo di lunedì con la Grecia. Ha iniziato ieri la Francia, dove all’Assemblea è stato approvato con 412 voti contro 69 (grande maggioranza anche al Senato). Il voto non era obbligatorio e si è concluso perfino diverse ore prima dei diretti interessati ad Atene. Ha messo in luce le contraddizioni dei vari schieramenti politici, in particolare a sinistra della sinistra. «Votare contro è votare contro Tsipras che ha lottato così tanto, votare a favore significa approvare la colonizzazione della Grecia», ha riassunto l’imbarazzo di molti la deputata Verde Esther Benbassa. Il Ps ha votato in massa a favore (una defezione nella Fronda), la destra de I Repubblicani ha perso l’ala più estrema (Droite Populaire) che ha votato contro, il Fronte de Gauche è caduto in stato confusionale: aveva approvato l’accordo perché negoziato «con la pistola sulla tempia» ma poi ha votato contro, mentre i Verdi si sono divisi tra approvazione e astensione.
Mettere i voti della sinistra della sinistra contro Tsipras può essere l’obiettivo anche di Mariano Rajoy, che ieri ha annunciato un voto anche in Spagna (anche qui non obbligatorio).
Domani invece vota il Bundestag. Per il gruppo Cdu-Csu, «la cancelliera e il ministro delle Finanze hanno raggiunto un risultato convincente». L’Spd voterà a favore e critica Schäuble, «un grande errore proporre un Grexit» temporaneo. Mentre Die Linke dovrebbe opporsi (vedi il manifesto di ieri).
Più difficile il voto in Finlandia, dove l’accordo potrebbe non passare, senza mettere però a rischio il terzo piano. Nel Mes non c’è diritto di veto, ma ci vuole l’approvazione all’85% di chi controlla il capitale (Helsinki pesa l’1,78%). […]
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