Grecia: “alleggerimento” del debito all’orizzonte (Il Manifesto, 15 juillet 2015)

« Crisi d’Europa. Primi effetti dell’ultimatum dell’Fmi agli europei: qualcosa si muove sul fronte del debito. « Trattamento equilibrato del debito perché la Grecia possa immaginare un avvenire che sia solo rimborso » per la Francia, mentre la Germania rifiuta un « haircut mascherato » ma apre all’allungamento della maturità. Ieri sera Eurogruppo, oggi decide (all’unanimità) il Consiglio: la Commissione propone un prestito-ponte di 7 miliardi su tre mesi, che sarà poi scalato dal montante del terzo piano. Riserve britanniche. Il parlamento francese approva a grande maggioranza l’accordo del 13 luglio, con grande confusione alla sinistra della sinistra. Venerdi’ vota il Bundestag. Voto anche in Spagna […]

La Com­mis­sione stu­dia delle garan­zie per i paesi non-euro, per esem­pio uti­liz­zare i pro­venti degli inte­ressi su obbli­ga­zioni sovrane gre­che (1,85 miliardi di pro­fitti del 2014). I 7 miliardi saranno poi dedotti dal totale del futuro finan­zia­mento del Mes. Anche la Ger­ma­nia, secondo indi­scre­zioni, avrebbe chie­sto del col­la­te­rale a garan­zia del prestito-ponte, per esem­pio i fondi strut­tu­rali di Atene.

Ben 8 paesi vote­ranno sull’accordo di lunedì con la Gre­cia. Ha ini­ziato ieri la Fran­cia, dove all’Assemblea è stato appro­vato con 412 voti con­tro 69 (grande mag­gio­ranza anche al Senato). Il voto non era obbli­ga­to­rio e si è con­cluso per­fino diverse ore prima dei diretti inte­res­sati ad Atene. Ha messo in luce le con­trad­di­zioni dei vari schie­ra­menti poli­tici, in par­ti­co­lare a sini­stra della sini­stra. «Votare con­tro è votare con­tro Tsi­pras che ha lot­tato così tanto, votare a favore signi­fica appro­vare la colo­niz­za­zione della Gre­cia», ha rias­sunto l’imbarazzo di molti la depu­tata Verde Esther Ben­bassa. Il Ps ha votato in massa a favore (una defe­zione nella Fronda), la destra de I Repub­bli­cani ha perso l’ala più estrema (Droite Popu­laire) che ha votato con­tro, il Fronte de Gau­che è caduto in stato con­fu­sio­nale: aveva appro­vato l’accordo per­ché nego­ziato «con la pistola sulla tem­pia» ma poi ha votato con­tro, men­tre i Verdi si sono divisi tra appro­va­zione e astensione.

Met­tere i voti della sini­stra della sini­stra con­tro Tsi­pras può essere l’obiettivo anche di Mariano Rajoy, che ieri ha annun­ciato un voto anche in Spa­gna (anche qui non obbligatorio).

Domani invece vota il Bun­de­stag. Per il gruppo Cdu-Csu, «la can­cel­liera e il mini­stro delle Finanze hanno rag­giunto un risul­tato con­vin­cente». L’Spd voterà a favore e cri­tica Schäu­ble, «un grande errore pro­porre un Gre­xit» tem­po­ra­neo. Men­tre Die Linke dovrebbe opporsi (vedi il mani­fe­sto di ieri).

Più dif­fi­cile il voto in Fin­lan­dia, dove l’accordo potrebbe non pas­sare, senza met­tere però a rischio il terzo piano. Nel Mes non c’è diritto di veto, ma ci vuole l’approvazione all’85% di chi con­trolla il capi­tale (Hel­sinki pesa l’1,78%). […]

 

Pour (re)lire l’article dans son intégralité sur Il Manifesto, cliquez ici.